La casa, quel luogo che ci permettere di vivere, di riposare, di crescere.
Nella nostra infanzia è un punto di riferimento, tanto quanto i genitori. Il proprio luogo sicuro. La stessa cosa avviene per le persone adulte. La casa, lo sappiamo, è il luogo dove torniamo la sera a casa a riposare., dopo una lunga, magari faticosa o snervante giornata di lavoro.
E’ quindi la naturale evoluzione della caverna per gli antichi e rappresenta quel luogo che ci tutela, ci separa dal resto del mondo. Dove possiamo essere veramente noi stessi. Dove non troviamo condizionamenti, o almeno non dovremmo trovarne. Dove possiamo esprimere chi siamo veramente senza preoccuparci della società che ci circonda. Le quattro mura dunque sono molto di più di un perimetro difensivo.
Ecco perché è giusto e corretto disegnare la nostra casa come più ci aggrada, come più ci piace. E’ giusto renderla confortevole e bella, in maniera da poter sentirci più a nostro agio possibile. In questo modo noi esseri umani pensiamo all’estetica della casa o dell’appartamento. Insomma di quel luogo che per noi funge da “grotta” e che vibri con la nostra frequenza.
Le geometrie stesse della nostra casa sono importanti, perché da esse dipende il volume dove viviamo. Non un volume inteso in senso spaziale (più spazio per abitare) ma secondo la geometria sacra. La forma crea vibrazione. E la forma giusta più formare una vibrazione positiva, di salute, prosperità e crescita. Una forma negativa più portare ad ammalare.
Basta avere delle basi di radionica per comprendere come questa affermazione sia verissima. Basta recarsi in un tempio o in una chiesa, per loro natura interamente pregne di geometrie sacre, per “sentire” come la forma crei effettivamente sostanza, emozione, idee.
E allora, forse, varrebbe la pena di progettare le nuove costruzioni secondo i canoni e le armonie di queste geometrie sacre, delle proporzioni di matematica aura, piuttosto che sulla base di una moderna estetica che molto spesso sembra essere più un aborto mentale che un’opera d’arte o di architettura.
Ma il vero problema è che l’attuale umanità non riesce più a concepire una vera opera d’arte. E soprattutto, cosi concentrata sulla materia, sull’attuale e sul contingente, sull’ego e non più in grado di vedere oltre il proprio naso, non si rende conto che la casa dovrebbe essere una cosa che rimane anche dopo di noi. Noi terminiamo il ciclo di vita, ma la casa in cui viviamo continuerà ad influenzare chi viene dopo di noi. Che influenza vogliamo dare alle prossime generazioni?
Noti una differenza tra quello che oggi consideriamo lusso e benessere rispetto ad un tempo?
Oggi, siamo arrivati a cercare l’essenziale nelle nostre case, nell’estetica, nelle linee architettoniche, nei contenuti perché siamo cosi circondati ed avulsi dalla materia che stiamo cominciando a non sopportarla più. Tutto deve essere lucido, asettico, splendente; siamo attratti dalla luce.
Ma la nostra casa, una volta che noi saremo scomparsi, non se ne va con noi, ma resterà a testimoniare che persone eravamo e ad influenzare le generazioni future. Non sarebbe meglio riflettere?
Se facciamo un passo ancora più in dietro nel tempo cosa possiamo osservare di incredibile? Che non erano solo le singole case ed edifici a testimoniare una cultura sacra dominante. Ma tutte le città erano costruite secondo preziosi criteri di geometria sacra, quasi sempre a specchio di precise condizioni celesti sotto il profilo astrologico. E quindi la casa non era un semplice luogo di riposo per la persona che la abitava, ma diveniva davvero un tassello fondamentale di un puzzle più grande. Grande come l’intera città, dove anche un solo pezzo mancante rovinava l’intero puzzle.